IDROMELE - L'idromele di Valerio e l'eccellenza del territorio

I 3 Soli e le 3 Lune 
Eccellenze del territorio. Idromele artigianale.
L'idromele artigianale di Valerio Tambel Zanchetti

Come allietare un fredda serata invernale o una magica serata estiva sotto la luna? Un consiglio da parte degli gnomi sarebbe quello di bere la loro bevanda preferita: l’idromele. Qui Artemisio è con un ottimo idromele, prodotto con cura e passione, oltre che con materie prime di eccellente qualità da Valerio Tambel Zanchetti.
IDROMELE, qual'é l'origine?
Per capire questa bevanda si deve partire dall’origine del suo nome. Il termine idromele deriva dal greco ὕδωρ (hýdor) ossia “acqua” e μέλι (méli) che significa “miele”, ed è il prodotto dalla fermentazione dello stesso miele. La sua longevità la si deve alla differenza proprio con birra e vino. L’</L’ idromele è piuttosto facile da realizzare, infatti, non prevede alcuna coltivazione ma semplicemente la raccolta del miele che, unito all’acqua, viene lasciato fermentare.

Partiamo dal miele. Il miele è un prodotto naturale ricavato dal processo di raccolta delle api e che tutti conoscono. Avendo innumerevoli proprietà curative, il miele è sempre stato considerato un alimento pregiato, soprattutto quando le sostanze naturali erano l’unico rimedio per curare o attenuare i sintomi di alcune malattie.

A contatto con i lieviti presenti in natura, il miele inizia un processo di fermentazione producendo piccole quantità di alcool; l’inebriamento indotto dal miele fermentato potrebbe aver spinto i cacciatori-raccoglitori delle origini ad elaborare la prima, rudimentale ricetta dell’idromele.

L' Idromele, alla pari del miele, fu utilizzato sia per scopi terapeutici sia consumato in occasioni celebrative. Bacco stesso beveva idromele prima di essere associato al vino, Marco Gavio Apicio scrive di come il miele veniva aggiunto ai vini speziati in epoca romana, principalmente per migliorarne il sapore, secondo questa ricetta: mescolando 1/3 di miele e 2/3 di acqua piovana ed esponendo la soluzione al sole per 40 giorni. 

Strabone, vissuto tra il 60 a.C. e il 20 d.C., nella sua opera Geografia scrive che nelle terre del nord, in particolare in quella che oggi è l’Irlanda, veniva prodotta una bevanda a base di miele. Infatti proprio nella società celtica il miele rappresentava un alimento importante e di conseguenza l’Idromele era la bevanda alcolica per eccellenza. In Irlanda San Findiano,  seppur nutrendosi solo di acqua e pane per tutta la settimana, la domenica era solito concedersi salmone accompagnato da Idromele. Questa bevanda si consumava come medicinale mescolata ad altre spezie, scelte per le loro proprietà curative o come bevendo celebrativa, soprattutto durante i matrimoni. 


Una “sala dell’idromele”, presente nel forte di Din Eidyn nei pressi di Edimburgo, viene descritta nel poema Gododdin e avrebbe ospitato il poeta Aneirin, un contemporaneo del celebre bardo Taliesin che compose, intorno al 550 a.C., la “canzone dell’ idromele“.Beowulf, protagonista di uno dei più importanti lavori letterari dell’antica letteratura inglese, beveva idromele e come lui tutti gli eroi danesi e celtici.In alcune regioni d’Europa era tradizione regalare ad una coppia appena sposata una quantità di idromele sufficiente ad un mese lunare di bevute; da questa tradizione ebbe origine l’espressione “luna di miele“. La bevanda veniva regalata per favorire il concepimento di un figlio, dato che le si attribuivano doti ricostituenti e il potere di inebriare i sensi e semplificare il corteggiamento.

Apicultura nei pressi di St. Rhémy, Valle del Gran San Bernardo


Una delle primissime ricette dell’idromele fu redatta in forma scritta dal naturalista romano Columella nel 60 d.C.. Nella sua opera De re rustica, Columella scrive:”Prendere acqua piovana rimasta a decantare per diversi anni e mescolare un sextarius (circa mezzo litro) di acqua con una libbra romana di miele. Per un idromele più leggero, mescolare un sextarius d’acqua con nove once di miele. Il miscuglio deve essere esposto al sole per 40 giorni per poi essere lasciato vicino al fuoco. Se non si dispone di acqua piovana, far bollire acqua di sorgente.”

Ciò che permise il rapido diffondersi dell’idromele fu indubbiamente la facilità con la quale veniva prodotto e la grande quantità di miele disponibile presso i monasteri nel Medioevo.Diverse furono le bevande a base di miele sperimentate nel tempo: il miele che contiene spezie viene definito metheglin, mentre il miele a cui è stata aggiunta frutta (come fragole o lamponi) viene chiamato melomel e veniva tradizionalmente impiegato per conservare il cibo durante l’inverno. Quello prodotto con l’uso di cereali, infine, viene definito braggot e ha il sapore tipico del frumento o dell’orzo maltato aggiunti durante il processo di fermentazione.

È sorprendentemente affascinante immaginare che un prodotto naturale, così laboriosamente prodotto da migliaia di piccole e instancabili lavoratrici quali sono le api, abbia dato vita all’ evoluzione storica di una bevanda fermentata lungo i secoli, fino ad arrivare a quelle che ancor oggi assaporiamo.

Come si fa l’idromele a casa?

Lo scopriremo.

Intanto è possibile trovare l’idromele nei negozi specializzati, nelle fiere alimentari oppure si può ordinare da produttori di qualità come il Valerio.

Non vi resta che assaggiarlo!


L’IDROMELE DI VALERIO
L’idromele è forse la bevanda alcolica più antica al mondo, antecedente al vino e alla birra. Nato in più luoghi dell’Europa e dell’Asia in maniera spontanea e sempre più diffuso nei secoli come bevanda sia rituale sia di accompagnamento ai pasti. Nasce dalla fermentazione di un mosto composto di acqua e miele, e può raggiungere fino ai 18 gradi alcolici.
Di questa bevanda ormai potete trovare le informazioni un po' dappertutto, ma chi può veramente dirvi cosa sia questa sconosciuta bevanda è chi l’idromele lo fa!! Quindi siediti con me accanto al falò e gustati un calice della mia riserva privata, che oggi ho proprio voglia di raccontare.
Se non ne hai mai sentito parlare ti dirò che è “vino di miele”: acqua e miele che vengono fermentati dai lieviti ed ecco pronta la tua dolce bevuta. Ma se ne hai già sentito il nome o se addirittura l’hai già gustato allora ti dirò di più. L’idromele è un po’ come fosse un “distillato di sole”. Il sole fa nascere i fiori,le api ne raccolgono l’essenza, il polline, lo trasformano in miele e noi a nostra volta ci aggiungiamo l’acqua delle nostri fonti più sacre e con il lavoro dei lieviti dei nostri boschi lo trasformiamo in idromele.
Un processo lungo, a “più mani” come ormai hai capito, che scaturisce dal sole come i fiumi nascono dalle lontane sorgenti.
Ma sai cosa lo rende ancor più speciale?
Quando inizi a crearlo scopri che un infinito mondo si apre nelle tue mani.
Sappiamo che il miele deriva dal polline, e che i mieli che voi “gente alta” riuscite a produrre possono essere delle monoflore, come il miele del tarassaco o del tiglio. Quindi ti chiedo: quanti tipi di fiori di albero, di campo o di arbusto esistono?? …Hai già iniziato a capire… Ora pensa all’acqua e le numerose tipologie, con minerali in diverse quantità che rendono la bevanda più leggera o più pesante, più saporita o più delicata. Ed aggiungiamoci i lieviti, di cui ogni tipo crea e rilascia aromi differenti, e rende l’idromele più alcolico o meno alcolico di altri tipi…….
Fantastico!!!! Ora capisci perché ne sono appassionato
Sai…puoi usarlo come bevanda oppure anche in cucina, spesso per fare degli ottimi stufati di
selvaggina dove la dolcezza compensa il sapore selvatico, ma sta attento: come hai potuto vedere ogni tipologia ha il suo sapore. Non fare pasticciate!!
I nostri antenati nei boschi e nelle foreste lo usavano come bevanda sacra, ma poiché per noi ogni elemento del mondo è sacro e contiene un essenza di “sole”, ecco che ogni momento e luogo sono adatti per berlo! Ti do questo consiglio: bevilo e trattalo come se fosse un omaggio, un omaggio all’occasione, agli amici con cui lo condividi, un omaggio a te stesso! Riposa ancora un po’ davanti al fuoco amico mio, e gusta il tuo momento… 
(testo di Valerio Tambel Zanchetti)


Qualche accorgimento...
Evitare gli sbalzi termici troppo bruschi; evitare di lasciarlo esposto a fonti di calore. Conservare all'ombra in luogo preferibilmente fresco. La conservazione in frigorifero non è necessaria, ma è consigliabile per una maggiore gradevolezza del prodotto al momento della degustazione. Le temperature troppo rigide tendono a bruciare profumi ed aromiLasciare decantare una volta aperto per qualche minuto prima di bere.

Un ottimo suggerimento per una preziosa bevuta e un grazie a Valerio per questa bella collaborazione. 


Riposa ancora un po' davanti al fuoco amico mio, e gusta il tuo momento…

infos: +39 334 3363573 Valerio

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