Lo carnaval
Carnevale della Coumba Frèida
Il Carnevale, nelle aree alpine, era molto importante per ogni comunità: al di là degli atti propiziatori che favorivano il risveglio della natura e la cacciata dell’inverno, i momenti comunitari favorivano la distensione di eventuali tensioni, agevolavano il divertimento e tramandavano rituali ancestrali, fungevano da esorcismo contro gli spiriti maligni per propiziarsi un buon raccolto.
Affondando le sue radici probabilmente nelle anestesie greche e nei saturnali romani ecco allora venire aboliti gli ordini sociali, scavalcate le gerarchie e andare in scena l’esatto contrario, soprattutto nel medioevo quando il carnevale divenne occasione per irridere il potere e soprattutto per trasgredire sul piano dell’alimentazione, cibandosi di ciò che in altri momenti dell’anno era decisamente limitato. In particolare la carne, “carnevale” deriva appunto dal latino “Carnem levare”, ovvero togliere la carne, in riferimento al fatto che dopo il carnevale inizia il lungo periodo di digiuno della Quaresima,fine di tutti gli eccessi cui l’umanità si era abbandonata nel periodo carnevalesco.
Affondando le sue radici probabilmente nelle anestesie greche e nei saturnali romani ecco allora venire aboliti gli ordini sociali, scavalcate le gerarchie e andare in scena l’esatto contrario, soprattutto nel medioevo quando il carnevale divenne occasione per irridere il potere e soprattutto per trasgredire sul piano dell’alimentazione, cibandosi di ciò che in altri momenti dell’anno era decisamente limitato. In particolare la carne, “carnevale” deriva appunto dal latino “Carnem levare”, ovvero togliere la carne, in riferimento al fatto che dopo il carnevale inizia il lungo periodo di digiuno della Quaresima,fine di tutti gli eccessi cui l’umanità si era abbandonata nel periodo carnevalesco.
Gnomo con costume da Landzetta - hommage à la commune de Etroubles |
I carnevali alpini, pur cogliendo non discostandosi da quelli legami ancestrali, racchiudo però una tradizione amplificata. Se nelle città si voleva soprattutto irridere il potere e criticare la mala gestione della cosa pubblica, nei carnevali sulle montagne c’è dell’altro. Mentre il carnevale tradizionale si è evoluto in un corso mascherato sempre più omologato e standardizzato, il carnevale alpino ha mantenuto una propria integrità senza subire trasformazioni nel tempo.
Non a caso località lontane tra di loro hanno come riferimento gli stessi personaggi e gli stessi simboli: l’uomo selvaggio, l’orso, e altre figure simboliche.
Maschere che spesso sono allegorie pagane e perciò più volte condannate dalla Chiesa.
Sacro e profano si mescolano diventano storia e leggenda, il mondo contadino entra in quello storico.
Il carnevale della Coumba Frèide, in Valle d’Aosta illustra questo connubio con grande effetto.La Coumba Frèide è stretta tra la valle che collega la città d’Aosta al Colle del Gran San Bernardo, verso la Svizzera e la sua parallela, la Valpelline insieme sono la“Comunità Montana del Grand Combin”.
Le origini di questo Carnevale sono legate al passaggio delle truppe francesi di Napoleone, che alla testa di 50 mila uomini, il 20 maggio 1800, vi transitò diretto a Marengo e le caratteristiche maschere, dette “Landzette”, ricche e fantasiose sono una versione grottesca delle uniformi napoleoniche.
Non a caso località lontane tra di loro hanno come riferimento gli stessi personaggi e gli stessi simboli: l’uomo selvaggio, l’orso, e altre figure simboliche.
Maschere che spesso sono allegorie pagane e perciò più volte condannate dalla Chiesa.
Sacro e profano si mescolano diventano storia e leggenda, il mondo contadino entra in quello storico.
Il carnevale della Coumba Frèide, in Valle d’Aosta illustra questo connubio con grande effetto.La Coumba Frèide è stretta tra la valle che collega la città d’Aosta al Colle del Gran San Bernardo, verso la Svizzera e la sua parallela, la Valpelline insieme sono la“Comunità Montana del Grand Combin”.
Le origini di questo Carnevale sono legate al passaggio delle truppe francesi di Napoleone, che alla testa di 50 mila uomini, il 20 maggio 1800, vi transitò diretto a Marengo e le caratteristiche maschere, dette “Landzette”, ricche e fantasiose sono una versione grottesca delle uniformi napoleoniche.
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I costumi sono ricamati e cuciti rigorosamente a mano ad uno ad uno. La landzetta rossa simboleggia la forza e ha il potere di esorcizzare i malefici e le disgrazie, gli specchietti servono appunto a scacciare gli spiriti maligni. Ricami, spalline, nastri, fiori, campanellini, sonagli e campanacci appesi in vita e sul cappello, portano in parata l’armata della primavera.
La “vesadjie”, la maschera in viso anticamente era in legno, oggi di cartone.
In gruppi mascherati, detti “patoille” passano di casa in casa tra i capoluoghi, le frazioni e i comuni limitrofi, fanno visita alle famiglie che li accolgono con cibo e bevande. Ballano nelle strade, nelle piazze e lungo il tragitto coinvolgono anche il pubblico a festeggiare allegramente il Carnevale, con in mano le lunghe code di cavallo o di mucca ornate di nastri, agitandole allontanano le forze negative, in segno di augurio.
Il tutto secondo un rituale preparatorio affidato ad un apposito comitato, l’ordine della sfilata e rigidamente stabilito.
Per tutto il periodo di Carnevale ad Etroubles, Sait-Rhèmy-en-Bosses, Valpelline, Roisan, Ollomont, Bionaz, Sait-Oyen, Gignod, Allein, Doues, è un tripudio di colori e festeggiamenti.
Il corteo delle Landzette.
Il Portabandiera, precede il corteo portando la bandiera del Carnevale e con il corno o la trombetta, chiama a raccolta le maschere dando inizio alla festa. Gli occhiali scuri, i baffi e la bombetta in testa sono il simbolo della sua autorità.
I musici suonano dietro di lui, precedendo il Diavolo con il corto mantello rosso e in mano la forca che usa per far inciampare le persone.
Le Damigelle e gli Arlecchini, maschere amabili e gentili. Seguono le maschere distinte per il colore della loro giubba:
Neri, a simboleggiare le lunghe notti invernali,
Bianchi ad annunciare l’arrivo del sole primaverile e l’allungarsi delle giornate e tutti gli altri colori.
Verdi, i Marroni, i Blu, i Rosa, i Viola rappresentano il colore dei prati e dei fiori alpini.
Il Toc e la Tocca, ovvero il Matto e la Matta, I due vecchi montanari sempliciotti, seguono il corteo trascinandosi faticosamente ed esibendosi goffamente per divertire il pubblico. Indossano abiti stracciati. Il Toc fa cadere il cappello agli uomini, con il bastone accarezza la schiena ai bambini e solletica le gambe alle donne, ingelosendo la Tocca che gli si scaglia contro malmenandolo.
l’Uomo Arboreo che è rappresentato dagli elementi floreali dei ricami, dei disegni e dei cappelli,
L’Orso, che simboleggiano anche la fecondità, tenuto alla catena dal Domatore, insegue le donne e i bambini e getta nella neve gli adulti. L’Orso è anche una figura simbolica che rappresenta il trascorrere delle stagioni e la cui uscita dal letargo indica l’inizio della primavera.
Per tutto il periodo di Carnevale ad Etroubles, Sait-Rhèmy-en-Bosses, Valpelline, Roisan, Ollomont, Bionaz, Sait-Oyen, Gignod, Allein, Doues, è un tripudio di colori e festeggiamenti.
https://paysdusaintbernard.it/scopri/le-tradizioni/il-carnevale/ INFOS A.I.A.T, Azienda d’Informazione e Accoglienza Turistica del Gran San Bernardo: Etroubles – Strada Nazionale del Gran San Bernardo, 13. Tel. 016578559 e-mail: info@gransanbernardo.net Ufficio Turistico della Valpelline: Valpelline, loc. Capoluogo, 1 Tel.0165713502 Comunità Montana Grand-Combin: Gignod – Chez Roncoz, 23/A |
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