LA VALLE DI OLLOMONT

 Brevi cenni storici 
con la collaborazione di simona Oliveti

La Valle d’Aosta vide i suoi primi abitanti nell’età neolitica (dal 6000 al 2500 a.C.) quando, dopo l’ultima glaciazione si determinarono le condizioni favorevoli all’insediamento umano.
La prima popolazione insediatasi tra le montagne valdostane fu quella dei Liguri i quali vi organizzarono la prima vita sociale allacciando relazioni fra di loro e stabilendo i primi scambi attraverso i valichi alpini.

foto @Genepio

La Valle d’Aosta vide i suoi primi abitanti nell’età neolitica (dal 6000 al 2500 a.C.) quando, dopo l’ultima glaciazione si determinarono le condizioni favorevoli all’insediamento umano.
La prima popolazione insediatasi tra le montagne valdostane fu quella dei Liguri i quali vi organizzarono la prima vita sociale allacciando relazioni fra di loro e stabilendo i primi scambi attraverso i valichi alpini.
Dal IX al IV secolo a.C. alcune popolazioni celtiche provenienti dall’Asia raggiunsero la Valle d’Aosta e dalla fusione di queste due genti derivò lo sviluppo della civiltà dei Salassi.
Le valli del Buthier e di Ollomont, fertilissime, ricche di pascoli e di giacimenti minerari, costituirono, dopo la piana di Aosta, i principali territori occupati dai Salassi. Essi vi costruirono importanti arterie stradali a formare una fondamentale rete di comunicazione. La via che collega i territori di Ollomont alla valle di Bagnes attraverso il colle della Fenetre Durand, contribuì a sviluppare il commercio soprattutto di bestiame e di minerali e lungo il suo percorso, all’alpe di Chermontane, si tenne per molto tempo una celebre e famosa fiera. Nella località di Chermontana doveva sorgere un vasto villaggio di pastori ed un mercato molto importante di bestiame. Anche nel Medioevo si teneva infatti la celebre fiera che destò gelosie e lotte tra le popolazioni dei due versanti. In un’ordinanza del Duca Amedeo III di Savoia (1122) si legge che per conciliare gli interessi dei valligiani contendenti, si sarebbe tenuta la fiera il 1 settembre, in epoca diversa da quella di Valpelline del 28 settembre.-
Nel 143 a.C. si ebbe il primo scontro fra Salassi e Romani. Questi ultimi comprendendo il valore strategico del territorio valdostano quale via di scambio verso le Gallie, riuscirono a sconfiggere i Salassi dopo alterne vicende.

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Per ridurre i taglieggiamenti a mercanti e viandanti e fastidi alle truppe di passaggio sulle vie di comunicazione, i Romani dovettero assoggettare la Valle d’Aosta. Fu così che alla fine del dell’ultimo secolo a.C. l’imperatore Cesare Augusto inviò in Valle il generale Terenzio Vallone il quale dal suo campo sistemato sull’area dell’attuale città di Aosta, offrì ai Salassi la pace in cambio di denaro, per poi tradirli mandando i suoi soldati nei villaggi ad uccidere gli indigeni o a catturarli per deportarli venderli schiavi. Verso l’anno 25 a.C. i Romani fondarono quindi la loro colonia con capitale Augusta Praetoria e sottomisero i Salassi.
I pochi che riuscirono a sottrarsi si rifugiarono nelle vallate e sulle montagne.
Le valli che più sentirono l’influenza dei nuovi dominatori furono quella del Gran San Bernardo, con le fondazioni di ricoveri militari, e quella di Ollomont con grandi impianti installati per l’estrazione e la lavorazione del rame.



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Nel V secolo d.C. i barbari scesi dal nord cacciarono i Romani ormai in piena decadenza e dopo la caduta dell’Impero Romano (476 d.C.) la Valle d’Aosta entrò a far parte dl Regno dei Burgundi, poi dei Longobardi e successivamente del Regno dei Franchi (575 d.C.).
Questo periodo fu decisivo per la storia della regione perché ne vide il passaggio alla sfera politica e culturale franco-burgunda e si andò affermando una varietà di dialetti gallo-romani chiamati franco-provenzali, proprio quando in Europa si formarono le lingue neo-latine. In seguito la Valle d’Aosta scelse il francese come lingua ufficiale, più vicina culturalmente alle parlate locali.
Nel nono secolo la Valle d’Aosta fu invasa dagli Ungari e dai Saraceni e subì per circa mezzo secolo le scorribande di quelli che si fecero ricordare per essere dei feroci predoni.

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Le valli del Gran San Bernardo e di Ollomont furono le prime a subire le scorrerie dei predoni saraceni e malgrado l’ardimentoso contegno dei valligiani che preferivano la morte anziché lasciarsi depredare del bestiame, non ritrovarono l’antica pace che circa un secolo dopo, per opera dell’arcidiacono Bernardo di Mentone.
I primi scontri si ebbero nel 1035 nella valle di Ollomont e il primo valico ad essere liberato dagli invasori fu il Colle della Fenetre Durand.
L’impresa fu ardua e Bernardo dovette lottare a lungo. Per facilitare l’azione e per mantenere la fiducia della buona riuscita, Bernardo pensò di fondare un ospizio e delle case di difesa (1037).
La prima casa fu fondata ad Ollomont nel pianoro tra le frazioni di Barliard e Glassier con il nome di La Bernarda.

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La Bernarda fu costruita ancor prima dell’Ospizio del Gran San Bernardo e aveva lo scopo di accogliere i viandanti. Nei periodi di pericolo gli ospiti venivano protetti da scorte armate.
Questa prima opera fruttò a Bernardo da Mentone grande fiducia da parte dei valligiani e accettò di dirigere l’impresa del Mons Jovis (Gran San Bernardo). I particolari di questa lotta sono purtroppo scarsi ma il successo ottenuto fu giudicato dai valdostani il più grande dell’epoca.
Si narra che nel 1863, rottosi un serbatoio interno nei ghiacciai del Vélan, le acque del torrente Faudery ingrossarono enormemente la cascata che riversò contro La Bernarda un potente accumulo di rocce e terriccio. Le ultime tracce dell’edificio risalgono al 1933. –
Dopo l’anno mille e fino al XIII secolo inoltre ci furono sanguinose contese fra montanari valdostani e vallesani per il possesso dei pascoli di confine. I nomi Bois de la Bataille ad Ollomont e Plan de la Bona Mort nella Conca di By sono a ricordo di queste antiche battaglie.

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Da un documento del 1031 risulta che Umberto Biancamano, il fondatore di Casa Savoia, si impose in quel periodo con le funzioni di Conte della Valle d’Aosta e ne condizionò la storia per nove secoli. Numerosi furono i conflitti, per ragioni di supremazia, tra il Conte, il Vescovo e i signorotti locali che videro la popolazione sottoposta ad ogni sorta di angherie.
Per rimediare a questo stato di anarchia e di oppressione il Conte Tommaso I di Savoia, nel 1191 stipulò un accordo con i cittadini di Aosta, che fu in seguito allargata a tutte le comunita della Valle, un accordo prendendoli sotto la sua protezione e la sua diretta giurisdizione in cambio della loro fedeltà. Si tratta della celebre Carta delle Franchigie che fu, assieme all’ Assemblée des Trois Etats e il Conseil des Commis fondamento dell’insieme di libertà, privilegi e autogestione che costituirono le basi dell’autonomia valdostana.
Nei secoli successivi durante il periodo del feudalesimo vi fu in Valpelline e nella valle di Ollomont il susseguirsi delle giurisdizioni di varie signorie fino al 1612 con la famiglia Perrone di San Martino che vide la fine del regime feudale. Risale a questo periodo l’istituzione di quella che fu probabilmente la prima riserva faunistica della Valle d’Aosta. Infatti un documento del 1501 fissa i confini della riserva nei territori di Oyace, Valpelline, Ollomont e Bionaz ed i quantitativi di selvaggina da conferire ai Signori di Quart in occasione dell’annuale visita dei Duchi di Savoia in Valle. Tra le diverse controversie, la contesa relativa alle foreste ebbe particolare rilevanza. Da un documento del 1227 appare come i boschi fossero considerati vera sorgente di pubblica ricchezza e nell’intento di preservarli furono nominati dei guardia-foreste che si decise dovessero essere creduti sulla parola quando accusavano i contravventori.
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Nel 1536 la Valle d’Aosta, per la sua fortunata posizione geografica, fu esposta alle minacce di occupazione da parte delle truppe francesi, alle infiltrazioni calviniste e alle pressioni dei Vallesani che ne volevano l’annessione. L’Assemblea generale degli Stati prese la decisione di restare sotto l’autorità del Duca di Savoia e restare fedele alla religione cattolica, i protestanti vennero quindi cacciati dal paese e sembra che lo stesso Calvino si rifugiò in svizzera attraverso il Colle della Fenetre Durand.
Nel 1630 scoppiò in Valle d’Aosta una improvvisa e violenta epidemia di peste, introdotta molto probabilmente dalle numerose truppe mercenarie che l’attraversavano. Nonostante le svariate precauzioni prese dalla popolazione il morbo fece circa 70.000 vittime in Valle d’Aosta. La Valpelline non fu particolarmente colpite fatta eccezione per Doues che registrò 400 morti.
Agli inizi del 1700 la Casa Savoia riunì i suoi territori sotto il Regno di Sardegna e divenne una potente dinastia interessata all’Italia come terra di espansione. I Savoia attaccarono i privilegi del ducato di Aosta fino a che Amedeo III nel 1773 abolì l’antica organizzazione autonoma della Valle.

Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese che anche in Valle d’Aosta fece sentire i suoi sconvolgimenti. I decreti della Commissione esecutiva del 1800, domandarono la consegna di parte delle campane per essere fuse e trasformate in cannoni e i due terzi del bronzo delle chiese furono trasportati ad Aosta per essere spediti alla zecca. Anche Ollomont si spogliò di tre delle sue campane che portavano la data 1783.

Nel 1800, Napoleone Bonaparte attraversò il Colle del Gran San Bernardo con un esercito di 40.000 uomini, percorse tutta la Valle d’Aosta e sconfisse gli Austriaci a Marengo. Con la caduta di Napoleone (1814) la Valle d’Aosta tornò sotto il dominio di casa Savoia che impose il potere assoluto del suo regno.

Quando nel 1861 venne proclamata l’unità d’Italia, la Valle d’Aosta subì un notevole cambiamento culturale. La lingua italiana divenne la lingua ufficiale, venne introdotta negli atti pubblici e nelle scuole sostituendo quella francese e la regione si trovò inserita in un paese di lingua e tradizioni italiana estranea alla maggioranza della popolazione.

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La prima guerra mondiale costò alla Valle d’Aosta un grande numero i vittime.
Con la grande guerra ebbe inizio la vera industrializzazione della regione con la costruzione dello stabilimento siderurgico di Aosta e la piena attività delle miniere di Bionaz e Ollomont. La grande immigrazione degli operai provenienti da ogni parte d’Italia provocò trasformazioni radicali nella società valdostana. Per difendere il patrimonio culturale e la minorità etnica venne fondata la Ligue Valdotaine nel 1909 e La Jeune Vallée d’Aoste nel 1925.
In seguito il regime fascista tentò di sradicare l’insegnamento della lingua francese nelle scuole, traducendo in italiano i nomi delle vie e dei paesi ed eliminando i giornali di espressione francofona.
Durante la seconda guerra mondiale i membri della Jeune Vallée d’Aoste fondarono il primo comitato valdostano di liberazione con a capo Emile Chanoux che organizzò la Resistenza. Nel 1944 Chanoux venne arrestato e pagò con la vita i suoi ideali di autonomia e libertà.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i nuclei partigiani si impegnarono sulle montagne contro i nazi-fascisti, questo provocò rastrellamenti e violenze e i contadini si videro sottrarre cibo e bestiame. La Valpelline venne liberata il 15 agosto 1944 dai gruppi partigiani Mont Velan e Chanoux. Il 28 aprile fu definitivamente sconfitto il nazi-fascismo e i partigiani entrarono trionfalmente in Aosta.
Sconfitto il fascismo e ritornata la democrazia i valdostani ripresero i tentativi per ottenere un regime di autonomia e il 26 febbraio 1948 fu approvato dallo Stato Italiano il nuovo Statuto Speciale della Regione Autonoma Valle d’Aosta il cui primo presidente fu Federico Chabod.

Gnomi nella frazione di Vaud. 

Vaud fa parte del comune di Ollomont, in provincia di Aosta.

La frazione  di Vaud, 1484msl, dista 1,73 chilometri dal medesimo comune di Ollomont , del comune di Ollomont fanno parte anche le frazioni o località di Barliard , Case sparse , Colonia Casa San Cristoforo , Glassier,  Le Clapey , Le Morion , Mont - Rion , Vesey , Vouece , Voueces .


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SIMONA OLIVETI

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