La Tôtô- Prozession (processione dei morti) ha sempre spaventato chi l’ascoltava nelle lunghe veglie invernali davanti al fuoco nello stadel (baita).
Nelle leggende alpine, fatte spesso di misteriosa empatia per luoghi spesso inospitali e di buonsenso, i folletti non mettono necessariamente paura, anzi sono talvolta anche allegri e burloni, non tutte le manifestazioni naturali sono ombrose e misteriose, volte al pericolo quindi ma anche espressione di vita dolce ed intesa.
Il folletto, personaggio principale delle saghe germaniche e gli spiriti dei morti (forse retaggio del mondo scandinavo) sono i riferimenti obbligati della letteratura locale alpina. In verità, spesso le leggende che hanno per protagonisti gli spiriti dei morti sono più di quelle dei folletti, ma se questi ultimi intervengono le cose volgono al peggio!
Nella tradizione walser, ma assai diffuso in tutto l'arco alpino, vi è il rimando all'antichissima credenza che nelle notti del 'sacro periodo', (cioè i dodici giorni successivi al solstizio d'inverno - “Die Zwïlften”) e corrispondenti ai giorni intercalari del calendario celtico, i morti fossero liberi di vagabondare nel mondo dei vivi.
continua
⇩⇩⇩